Dopo avervi presentato un articolo di approfondimento sui e costi di una dentiera, oggi vi presentiamo un nuovo tema di riflessione. Dopo aver portato a termine l’analisi radiologica, l’odontoiatra vi deve informare delle misure terapeutiche che saranno messe in atto. Se il tessuto molle, la polpa interna del dente ha un’infezione in corso, vi comunicherà che c’è bisogno di intervenire con la devitalizzazione dei denti.
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- Dove si sviluppa la carie
- Perché si deve ricorrere alla devitalizzazione dei denti?
- Che cosa è l’otturazione canalare
- Perché bisogna devitalizzare uno o più denti?
- Conosciamo meglio la tecnica: occhio ai batteri
Dove si sviluppa la carie
La carie si sviluppa negli stadi iniziali sulla superficie dello smalto esclusivamente in punti a contatto con l’ambiente orale. Se la gengiva si ritrae la lesione cariosa può formarsi sulla superficie radicolare, in rari casi, quando vi siano abrasioni che interessano la dentina, direttamente nella dentina scoperta.
I punti in cui più frequentemente si sviluppa la carie sono:
- solchi e fessure - chiamate in base alla forma, fessure concave, a imbuto, ad ampolla.
- Superfici di contatto Inter prossimali.
- Porzione vestibolare del colletto dentario
Si parla di carie primaria quando questa si forma su una superficie dentale intatta, di carie secondaria, quando la lesione si localizza in corrispondenza dei margini di una otturazione o di una corona.
La formazione della lesione cariosa si distingue in quattro fasi:
- carie iniziale: può essere diagnosticata sulla base dell’esame clinico e del reperto radiologico.
- Carie superficiale: mediante adatte proiezioni radiografiche si può riconoscere questa carie sugli elementi posteriori. Questo tipo comprende anche le lesioni a macchia gessosa.
- Carie media: si sviluppa nella dentina molto più rapidamente che nello smalto fino al tessuto dentina e può arrivare in profondità. Viene così rapidamente persa una tale quantità di tessuto che il paziente stesso si accorge della lesione. È necessario eseguire una radiografia per evidenziarne, oltre alla presenza, l’estensione in profondità.
- Carie profonda: quando la lesione ha raggiunto la dentina adiacente la camera pulpare. Senza ricorrere a procedure invasive, l’estensione della lesione, e quindi la diagnosi, può essere definita radiologicamente, come area di radio trasparenza che raggiunge quasi la camera pulpare. La carie è la causa principale della patologia pulpare che in casi estremi porta alla devitalizzazione dei denti.
Perché si deve ricorrere alla devitalizzazione dei denti?
Compito futuro dell’odontoiatra sarà non solo la diagnosi e la terapia della carie ma anche la valutazione del rischio di carie e la possibilità di influire sugli agenti patogeni. L’odontoiatra per risolvere il problema della lesione cariosa, deve valutare i reperti radiologici.
Si richiede inizialmente una visualizzazione completa delle strutture orali, per documentare i processi patologici delle basi ossee; esse evidenziano anomalie dei mascellari superiori ed inferiori, processi cistici, infiammazioni e infezioni, elementi inclusi che permettono una visione completa dell’intera regione. Se dalle radiografie si arriva alla confusione che ci troviamo di fronte a denti con polpa necrotica, cioè stati patologici che richiedono di essere trattati solo per ragioni di prevenzione delle complicazioni locali. I denti con polpa necrotica in assenza di terapia canalare sono sempre soggetti alla presenza di un focolaio infettivo. Se si è stati sottoposti a terapie che non hanno prodotto risultati risolutori, si procede alla devitalizzazione dei denti, e in casi estremi all’asportazione.
Previa anestesia locale, il dentista inizia la procedura della devitalizzazione dei denti, cominciando a creare una cavità per arrivare alla camera pulpare e alla sua base, dopodiché procederà alla rimozione della polpa, e alla successiva otturazione canalare.
Che cosa è l’otturazione canalare
Con il termine di otturazione canalare si intende il tentativo di otturare uno o più canali radicolari nell’ambito di una terapia endodontica. La diagnosi si basa sull’anamnesi e sui reperti radiologici. Se la relazione con qualunque tipo di malattia è doppia di portata non rilevante, si può prendere in considerazione un ritrattamento del dente.
Se questo non ha successo, è necessario considerare la possibilità the un’Apicectomia o dell’estrazione del dente, poiché i residui radicolare costituiscono una fonte di infezione e sono conseguentemente da eliminare.
Perché bisogna devitalizzare uno o più denti?
I denti devitalizzati altro non sono che il risultato di un intervento chirurgico atto a “svuotare” completamente un dente morto e quindi ripararlo da eventuali traumi o profonde carie che negli anni sono riuscite a danneggiare completamente o quasi, la polpa dentale un tessuto morbido che rappresenta il “cuore” ed è quindi praticamente indispensabile per la vita di ogni singolo dente; il processo, chiamato tecnicamente devitalizzazione dei denti, viene praticata sostanzialmente per evitare la completa estrazione di uno o più denti morti.
Le cause che portano ad avere denti devitalizzati dopo un accurata operazione da parte di dentisti specializzati sono differenti, dapprima è bene sapere che devitalizzare un dente è praticamente necessario nel momento in cui il tessuto che si trova all’interno della cosìddetta camera pulpare del dente si infetta o si infiamma, le principali cause si possono collegare ad esempio a carie profonde e avanzate, interventi dentistici ripetute, denti scheggiati oppure rotti.
Non tutti sanno che, anche per una semplice caduta, nonostante l’esterno del dente non risulta nè rotto e nè scheggiato, la polpa interna potrebbe presentare infiammazioni o infezioni che nel lungo termine possono portare alla morte stessa del dente. I sintomi più comuni che devono assolutamente portare a consultare immediatamente un dentista, per cercare di evitare scomode operazioni troviamo:
- forte sensibilità sia al caldo che al freddo;
- dolore durante la masticazione;
- dolore se si tocca il singolo dente;
- scolorimento del dente stesso;
- gonfiore del dente;
- dolore e il prosciugamento dei nodi linfatici;
Conosciamo meglio la tecnica: occhio ai batteri
La tecnica che ci consente di mantenere i denti, nonostante siano morti, quindi la devitalizzazione dei denti, è un operazione molto particolare e non più dolorosa come tanti anni fà. Oggi, grazie alle sofisticate tecnologie e le avanzate tecniche, possiamo affermare che tale processo poco se non pari al fastidio più che dolore, che si sente durante la pratica dell’otturazione di una carie. Vediamo come funziona, considerando che per i denti devitalizzati potrebbero servire una o più sedute dal dentista:
- Viene sottoposto il paziente ad un esame ben preciso prima di intervenire sul dente stesso, verrà quindi effettuata una radiografia la quale verrà ben studiata;
- Il dentista dovrà proseguire con un anestesia locale, per addormentare la zona della bocca da trattare e quindi per non far sentire alcun tipo di dolore al paziente.
- Verrà applicata sulla zona del dente, una sorta di foglio di gomma, per isolare il dente dalla saliva durante l’operazione.
- Grazie a precisi strumenti, il dentista comincerà ad aprire il dente dalla parte della corona per poi rimuovere la polpa dalla propria camera pulpare e svuotare completamente il canale delle radici.
- La devitalizzazione dei denti può dirsi compiuta, a questo punto, a seconda della tipologia di dente l’endodontista dovrà occuparsi di “sigillare” i canali radicolari con una sorta di gomma chiamata guttaperca assieme a del cemento adesivo utilizzato per le otturazioni; infine verrà effettuata un’otturazione temporanea che sarà successivamente rimossa nel momento in cui verrà ricostruito il dente.
- La seconda seduta di devitalizzazione dei denti sarà necessaria per rivestire e proteggere il dente per far si che possa funzionare correttamente come prima. Talvolta potrebbe succedere che il rivestimento sia reso più forte con un perno posto all’interno del dente stesso.
Possibili rischi e pericoli: causano davvero dei tumori? Le gengive ne soffrono?
Essendo un operazione chirurgica ovviamente anche la devitalizzazione dei denti potrebbe portare ad alcuni rischi, nonostante questo tale intervento presenta un elevata percentuale di riuscita e, almeno in Italia, il rischio di eventuali complicazioni post-operatorie è davvero basso, l’importante è affidarsi a medici professionisti e specializzati in endodonzia, un ramo odontoiatrico specializzato prettamente nel trattamento di infezioni o traumi della polpa dentale.
La bassa percentuale di rischi che potrebbero portare i denti devitalizzati comprende:
- caduta del dente, conseguenza di un intervento eseguito in malo modo;
- danneggiamento del dente operato successivamente dopo l’operazione a causa di cibo duro e croccante;
- ipersensibilità fino a 20 giorni post operatori in seguito quindi alla devitalizzazione dei denti e alla ricostruzione con o senza perno del dente;
- colorazione del dente differente;
- se l’intervento è mal riuscito si dovrà procedere con l’estrazione;
Prevenire l’intervento di devitalizzazione dei denti non è difficile, basta una corretta igiene dentale, almeno una visita dentistica annuale e detartrasi (pulizia dei denti dal Tartaro).